Quali sono le cause della malattia di Crohn?

Le cause di questa malattia sono ancora sconosciute ma gli esperti ritengono che diversi fattori in combinazione tra loro concorrano nel determinarne lo sviluppo.
I tre fattori principali che interagiscono sono:

Fattori genetici
Fattori genetici
Fattori ambientali e stile di vita
Fattori ambientali e stile di vita
Alterazioni della risposta immunitaria
Alterazioni della risposta immunitaria
Che cos’è la malattia di Crohn?

La malattia di Crohn non è considerata ereditaria (sebbene venga descritta familiarità), né genetica. Tuttavia, alcuni geni sembrano essere coinvolti nel rendere un soggetto suscettibile a sviluppare la malattia quando entra in contatto con fattori ambientali in grado di scatenare una risposta anomala da parte del suo sistema immunitario, che innesca un processo infiammatorio a livello intestinale. Le cellule del sistema immunitario alterato aggrediscono in maniera continua l’intestino contribuendo a perpetuare l’infiammazione.

Nessun singolo gene di suscettibilità è necessario o sufficiente per condurre alla malattia. Sono coinvolti geni multipli, che portano a un’ampia eterogeneità clinica. Sebbene una persona con un familiare di I grado con malattia di Crohn abbia un rischio 10 volte superiore di malattia rispetto a una persona che non abbia familiarità, una evidente familiarità si riscontra solo in un 33% dei pazienti. Questo vuol dire che 2 pazienti su 3 non hanno alcuna familiarità per la malattia.

Studi epidemiologici suggeriscono che il rischio di malattie infiammatorie intestinali possa essere correlato allo stile di vita o all’esposizione a determinati fattori durante la prima fase della vita. Infatti, la malattia di Crohn è più diffusa nelle nazioni sviluppate, nelle quali si vive in un ambiente sempre più “pulito” e ci si nutre con una dieta ricca di grassi, mentre il sovraffollamento, le famiglie numerose e le scarse condizioni igienico-sanitarie sembrano essere fattori protettivi (“teoria dell’igiene”). Tuttavia, sono riportati casi di insorgenza di malattia dopo un’infezione intestinale, per es. da Campylobacter jejuni.

Potrebbero costituire fattori di rischio aggravanti anche le alterazioni della flora batterica intestinale (il cosiddetto “microbiota” intestinale), dovute in particolare all’assunzione di antibiotici nella prima fase della vita, le infezioni gastrointestinali virali, il fumo di sigaretta, l’assunzione di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) ad alte dosi. Tuttavia, finora, solo la correlazione tra fumo di sigaretta e malattia di Crohn è stata dimostrata in maniera chiara. In sintesi, sembra che il sistema immunitario, dopo l’intervento di una combinazione di fattori scatenanti, possa perdere la tolleranza a batteri intestinali che convivono con l’organismo: a quel punto, le cellule immunitarie cercano di eliminare questi batteri “buoni”, innescando e mantenendo attiva l’infiammazione cronica. Il ruolo del “microbiota” intestinale nell’ innescare e nel perpetuare l’infiammazione intestinale tipica della malattia di Crohn è attualmente in fase di studio.

Approfondimenti